SIAMO TUTTE FEMMINISTE

La sperimentazione linguistica come fatto politico – o del come far emergere altre soggettività come forma di reazione all’oppressione di genere

18.02.2024

Una delle regole linguistiche più controverse sul piano dell’inclusività è quella che vede l’uso sovraesteso di forme plurali maschili, usate cioè in riferimento a gruppi misti di esemplari maschili e non. Come è facile comprendere l’uso di un genere (il maschile) in forma sovraestesa rispetto agli altri rivela la natura delle relazioni alle quali questo uso si riferisce, tale da rendere implicita, nella normalizzazione dell’utilizzo del maschile per indicare pluralità di soggettività diverse fra loro, una tendenza a ritenere queste ultime come subordinate al primo.

Tale norma è difficile da sovvertire in lingue con genere binario come l’italiano. Esistono differenti soluzioni, fra cui l’uso dello schwa o del femminile sovraesteso, anche se tutte – allo stato attuale – sperimentali.

Il femminile sovraesteso si forma utilizzando il femminile plurale invece del maschile plurale e viene molto spesso utilizzato all’interno delle nostre realtà LGBTQIA+ o Femministe e si rivela, a nostro modo di vedere, una valida risorsa per un uso più ampio della lingua. Rivendicato come gesto politico, viene utilizzato anche se sono presenti più persone di genere maschile che femminile.

Sono passati quasi trent’anni dalle raccomandazioni per un uso non sessista nella lingua italiana di Alma Sabatini. “Se domani non torno” di Cristina Torres Cáceres ci ha fatto urlare lo scorso 25 novembre Se domani sono io, se domani non torno, mamma, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima. Noi abbiamo inteso quell’invito a distruggere tutto come un ribaltamento dell’ordine costituito, come un compito a continuare l’azione transfemminista di abbattere il patriarcato sfidando quelle idee dominanti sociali, politiche, culturali ed economiche che valorizzano l’idea di una mascolinità egemonica e tossica sopra ogni altra cosa.

Non è per opporsi in maniera binaria al maschile che abbiamo deciso di adottare totalmente il femminile sovraesteso in ogni nostro comunicato, scritto politico o discorso, ma anche fra di noi, nel nostro scambio quotidiano: piuttosto si tratta di adottare uno sguardo e un posizionamento altro, trasversale, amazzonico, mostruoso e svincolato. Non si abbatte la casa del padrone con gli strumenti del padrone, avrebbe detto Aude Lorde: il nostro intento non è meramente oppositivo, quindi, ma totalmente e felicemente queer.

Abbiamo chiesto e chiediamo ai nostri amici, agli alleati, agli uomini di ogni orientamento o appartenenza che vivono nelle nostre lotte, insieme a noi, di accompagnarci in questa decisione, di sostenerci e di sperimentare con noi questa strada. Perché camminando insieme si fanno passi da gigante, si creano spazi sicuri e si difendono quelli che già abitiamo, si genera cambiamento, si conquistano diritti, si vive liberamente.

 

Coordinamento Abruzzo Pride

Arcigay Chieti Sylvia Rivera

Arcigay «Massimo Consoli» L’Aquila

Arcigay Teramo

Jonathan – Diritti in Movimento

Marsica LGBT

Mazì – Arcigay Pescara

Presenza Femminista